Formazione per gli addetti al videoterminale

La radicale trasformazione che il mondo del lavoro ha subìto negli ultimi decenni ha visto crescere a dismisura la componente del terziario rispetto a quella dell’Industria e dell’Agricoltura con conseguente massiccio incremento del lavoro di ufficio. Ma anche nel lavoro tradizionale e nelle attività svolte nel tempo libero oramai, non è più possibile prescindere dall’uso di P.C. e, quindi, di videoterminali.

L’introduzione dei videoterminali (conosciuti anche con la sigla VDT) nel ciclo produttivo e nella ristrutturazione organizzativa di sempre più vasti settori del mondo lavorativo, ed in particolare quelli più strettamente collegati al terziario, grazie anche ai software applicativi che ne hanno facilitato l’espansione e la possibile utilizzazione, ha suscitato una serie di problemi prevalentemente di carattere sanitario.

Il Decreto legislativo n.81/2008, con le successive modifiche ed integrazioni, in recepimento, tra le altre, della direttiva n.90/270/CE, prevede un Titolo specifico per la tutela dei lavoratori addetti ai VDT.

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Ma è il Decreto 2 ottobre 2000 “Linee d’uso dei videoterminali” che indica definitivamente il modo corretto di usare il VDT.

Il primo aspetto che viene preso in considerazione dal decreto è quello dei rischi derivanti dall’esposizione a radiazioni, comprese quelle ionizzanti. Il testo precisa che sia gli studi che le indagini epidemiologiche svolte finora hanno escluso che l’uso dei videoterminali comporta rischi della natura indicata. Ad esempio, le radiazioni ionizzanti nei luoghi di lavoro dotati di videoterminali, sono presenti a livelli non superiore a quello rilevato nelle case o in altri ambienti lavorativi.

Lo stesso discorso vale anche per i campi elettromagnetici che provengono dai videoterminali; inoltre, con il marchio CE presente sull’apparecchiatura si testimonia che i campi in questione non superano i limiti raccomandati e riscontrabili negli ambienti domestici nei quali sono presenti apparecchiature elettriche e televisive.

Il decreto, infine, detta le istruzioni operative da seguire per prevenire i disturbi conseguenti all’utilizzo dei videoterminali; le istruzioni riguardano in particolare il piano di lavoro ed il sedile, l’organizzazione dell’ambiente di lavoro nel quale sono inserite le postazioni, gli accorgimenti da seguire per prevenire i disturbi muscolo scheletrici ed i disturbi visivi, oltre i disturbi da affaticamento mentale.

Chi è il lavoratore addetto ai videoterminali:
è quel lavoratore che utilizza un’attrezzatura munita di videoterminali in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali, dedotte le interruzioni di cui all’art.175 del D.Lgs. 81/2008; per tali lavoratori è previsto l’obbligo di sorveglianza sanitaria di cui all’art.176, nonché di formazione e informazione di cui all’art.177.

La guida contenuta nel Decreto del 2 ottobre 2000 è stata messa a punto per fornire le indicazioni fondamentali per lo svolgimento dell’attività al videoterminale al fine di prevenire l’insorgenza dei disturbi muscoloscheletrici, dell’affaticamento visivo e della fatica mentale che possono essere causati dall’uso del videoterminale.

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