Verifiche periodiche dell'impianto
di messa a terra

Il DPR 462 del 22 ottobre 2001 ha sancito l’obbligo, per tutti i Datori di Lavoro con almeno un dipendente nella propria azienda, di far eseguire la verifica periodica messa a terra sugli impianti elettrici, con periodicità biennale o quinquennale.
La verifica periodica messa a terra può essere effettuata solo da soggetti abilitati quali Organismi di Ispezione o ASL Competenti per Territorio.

Esa Studio si avvale di organismi qualificati in possesso di abilitazione di tipo “A” del Ministero delle Attività Produttive, e provvede a redigere il documento di tecnico di valutazione e il verbale di notifica, a norma DPR 462/01.

Progettazione impianti elettrici - Esa Studio
Progettazione impianti elettrici - Esa Studio

Alcune nozioni tecniche

L’impianto di terra costituisce fondamentalmente un mezzo per disperdere correnti elettriche nel terreno e per proteggere, unitamente ai dispositivi d’interruzione automatica del circuito, le persone dal pericolo di elettrocuzione. Un buon impianto di terra, associato ad uso corretto dei collegamenti equipotenziali, rappresenta una delle soluzioni più utilizzate per raggiungere il miglior livello di sicurezza. Un impianto di terra, a seconda della funzione che deve assolvere, può distinguersi in:

  • messa a terra di protezione, è una misura atta a proteggere le persone dai contatti diretti;
  • messa a terra di funzionamento, ha lo scopo di stabilire un collegamento a terra di particolari punti del circuito elettrico per esigenze di esercizio, come la messa a terra del neutro nei sistemi TT e TN;
  • messa a terra per lavori, collega a terra temporaneamente una sezione di impianto per esigenze di manutenzione.


È utile ricordare che l’importanza dell’impianto di terra, in relazione alle problematiche legate alla sicurezza, è sottolineata anche da leggi e normative specifiche riguardanti la sicurezza nei luoghi di lavoro. Non bisogna comunque dimenticare che, per quanto concerne il rischio per le persone, la presenza di un impianto di terra è una condizione necessaria ma non sufficiente per garantire la sicurezza; questa dipende da molti altri fattori.

Definizioni

Per rendere più chiara la lettura di questa sezione si riassumono di seguito le definizioni utilizzate più frequentemente:

È la tensione che si stabilisce durante il cedimento dell’isolamento tra una massa ed un punto del terreno sufficientemente lontano a potenziale zero.

È la differenza di potenziale alla quale può essere soggetto il corpo umano in contatto con parti simultaneamente accessibili, escluse le parti attive, durante il cedimento dell’isolamento.

È la differenza di potenziale che può risultare applicata tra i piedi di una persona a distanza di un passo (convenzionalmente un metro) durante il cedimento dell’isolamento.

Massimo valore di tensione di contatto che è possibile mantenere per un tempo indefinito in condizioni ambientali specificate.

Nei sistemi trifase con neutro isolato o con neutro a terra attraverso impedenza, la tensione nominale, nei sistemi trifase con neutro direttamente a terra, la tensione stellata corrispondente alla tensione nominale, nei sistemi monofase o a corrente continua senza punti di messa a terra, la tensione nominale, nei sistemi monofase o a corrente continua con punto di mezzo messo a terra, metà della tensione nominale.

Conduttore o parte conduttrice in tensione nel servizio ordinario, compreso il conduttore di neutro, ma escluso, per convenzione, il conduttore PEN.

Parte conduttrice di un componente elettrico che può essere toccata e che non è in tensione in condizioni ordinarie, ma che può andare in tensione in condizioni di guasto; una parte conduttrice che può andare in tensione solo perché è in contatto con una massa non è da considerarsi una massa.

Parte conduttrice non facente parte dell’impianto elettrico in grado di introdurre un potenziale, generalmente un potenziale di terra.

Il terreno come conduttore il cui potenziale elettrico in ogni punto è convenzionalmente considerato uguale a zero.

Corpo conduttore o gruppo di corpi conduttori in contatto elettrico con il terreno e che realizza un collegamento elettrico con la terra.

Resistenza esistente tra un collettore (o nodo) di terra e la terra.

Impianti di terra aventi dispersori separati. La corrente massima che uno di questi impianti può disperdere non deve modificare il potenziale rispetto a terra dell’altro impianto in misura superiore ad un determinato valore.

Conduttore prescritto per alcune misure di protezione contro i contatti indiretti per il collegamento di alcune delle seguenti parti: masse, masse estranee, collettore (o nodo) principale di terra, dispersore, punto di terra della sorgente o neutro artificiale.

Conduttore che svolge contemporaneamente funzioni sia di protezione sia di neutro.

Conduttore di protezione che collega il collettore (o nodo) principale di terra al dispersore o i dispersori tra loro.

Elemento che raccoglie, collegandoli tra loro, il dispersore, i conduttori di protezione, compresi i conduttori equipotenziali e di terra.

(Collegamento equipotenziale principale), EQS (collegamento equipotenziale secondario), conduttore che mette le diverse masse e masse estranee allo stesso potenziale.

Conduttore di protezione che assicura il collegamento equipotenziale.

Insieme dei dispersori, dei conduttori di terra, dei collettori (o nodi) di terra e dei conduttori equipotenziali, destinato a realizzare la messa a terra di protezione e/o di funzionamento.

Il parametro fondamentale per la determinazione della resistenza di terra è la resistività del terreno. Presenta valori estremamente variabili da luogo a luogo e in funzione del tempo. La resistività del terreno, se confrontata con i metalli, è molto elevata ed è influenzata positivamente dalla presenza di sali e dall’umidità. Da quanto detto risulta del tutto evidente come sia importante, per il calcolo della resistenza di terra, determinarne con una buona precisione il valore medio.

Il terreno svolge la funzione di conduttore elettrico quando a due elettrodi (dispersori) conficcati nel terreno è applicata una differenza di potenziale. Ogni porzione elementare del terreno offre una resistenza tanto più piccola quanto più è lontana dal dispersore (per la verifica si usa un dispersore emisferico di raggio “r0“ perché ad una certa distanza, qualunque sia la forma del dispersore, le linee equipotenziali diventano emisferiche). Si dice resistenza di terra Rt la somma delle resistenze elettriche elementari di queste porzioni di terreno. Ad una certa distanza dal dispersore la sezione diventa così grande che la resistenza è pressoché nulla, mentre, nelle immediate vicinanze, le sezioni attraverso le quali la corrente fluisce si rimpiccioliscono e la resistenza aumenta. Le seguenti considerazioni si basano sul presupposto che il terreno sia omogeneo e che la sua resistività sia costante in tutti i suoi punti. Normalmente, inoltre, si trascura l’effetto reattivo, supponendo prevalente quello resistivo. Per quanto detto sopra si definisce equivalente emisferico di un dispersore qualsiasi dispersore di forma emisferica avente la stessa resistenza.

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