Rilevazione strumentale del rumore negli ambienti di lavoro

I fenomeni sonori si possono dividere in due gruppi:
– 
suoni propriamente detti
– rumori

In modo molto sommario possiamo definire i suoni come i fenomeni acustici gradevoli, mentre per rumori intendiamo quelli che sono fastidiosi o pericolosi. Sia i suoni che i rumori sono prodotti dalle vibrazioni dei corpi (sorgenti sonore), che si trasmettono ad un mezzo elastico e che possono essere rilevate da un ricevitore. Nel caso dell’orecchio la superficie ricevente è il timpano costituito essenzialmente da una membrana le cui vibrazioni vengono trasmesse al cervello che le traduce in “sensazione uditiva”. La velocità di propagazione del suono nell’aria in condizioni normali è:

C = 344 m/s
– 1500 m/s nell’acqua
– 3700 m/s nel calcestruzzo
– 5000 m/s nell’acciaio
– 450 m/s nel sughero

Nel caso in cui il mezzo di propagazione sia liquido o solido la velocità è costante; la propagazione in un gas, invece, dipende dalle condizioni termodinamiche in cui esso si trova.

Analisi chimiche dell'acqua - Esa Studio
Rilevazione rumore fonometrie - Esa Studio

Esa Studio effettua rivelazioni strumentali del rumore ai sensi del D.Lgs. 81 del 09.04.2008 titolo VIII capo I mediante fonometro integratore di tipo 1 soddisfacente le specifiche I.E.C. 651 e I.E.C. 804 e in aderenza alle linee guida ISPESL “documento 1-2009”.

Il rumore si misura in decibel (dB)

Il decibel si definisce:
dB = 10 log10 (A/A0)

dove A ed A0 sono due grandezze qualsiasi di cui A0 è quella di riferimento.

Il decibel sonoro invece è:
dB = 10 log10 (P2 / P20)

dove:
P0 = Pressione sonora minima percettibile dall’orecchio umano
P = Pressione sonora della sorgente

Il livello di pressione sonora (Lp) è definito come 20 log p/pdove p è il valore misurato in Pa per il suono in esame e p0 è il livello di riferimento pari a 20 microPa che corrisponde alla soglia inferiore dell’udito.

È lo strumento di misura più comunemente usato in acustica per misurare il rumore. La sua vera denominazione è “misuratore del livello sonoro” (Sound Level Meter – SLM).

Si compone di:
Il microfono: ha il compito di trasformare in un segnale elettrico, con estrema linearità ed ampia dinamica, ogni variazione di pressione causata da un evento sonoro.
Il preamplificatore che permette di trasformare l’alta impedenza microfonica in una bassa impedenza, necessaria per l’eventuale collegamento di un cavo di prolunga microfonico.
pesi correttivi o curve di pesatura A, B, C, D (tutte o solo alcune, a seconda del tipo di fonometro).
Il circuito di rivelazione del valore efficace (RMS). Tale elemento serve a trasformare la tensione alternata del segnale elettrico in una tensione continua proporzionale al valore efficace del fenomeno acustico misurato. A monte e a valle del rivelatore si prevedono due uscite di segnale, rispettivamente in AC e DC, per il collegamento con registratori grafici, magnetici o altri strumenti di analisi.

In generale l’esposizione continua a forti rumori è causa di un deficit uditivo progressivo e permanente. Il rischio di un danno uditivo da rumore va messo in relazione non solo con l’esposizione professionale al rumore, ma anche con la presenza di alcune condizioni predisponenti o pregresse, quali ad esempio la pratica degli sport venatori (per es.: un unico colpo di fucile può causare una perdita di udito permanente, generalmente più accentuata in un orecchio rispetto all’altro).

UDITIVIEXTRAUDITIVI
Effetti che seguono ad una breva esposizione a rumore:
ipoacusia transitoria
apparato cardiocircolatorio (ipertensione, ischemia miocardiaca)
Effetti acuti: ipoacusiaapparato digerente (ipercloridria gastrica, azione spastica sulla muscolatura liscia)
Effetti cronici: otopatia da rumoreapparato endocrino
(aumento del livello di ormoni di tipo corticosteroideo)
 apparato neuropsichico (quadri neuropsichici a sfondo ansioso con somatizzazioni, insonnia, affaticamento, diminuzione della vigilanza e della risposta psicomotoria)

Secondo l’attuale normativa, il D.Lgs. 81/2008 (che ha sostituito la 195/06) i valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a:

a) valori limite di esposizione (VLE) rispettivamente LEX,8h= 87 dB(A) e
ppeak= 200 Pa (140 dB(C) riferito a 20 (micro)Pa);

b) valori superiori di azione (VSA): rispettivamente LEX,8h= 85 dB(A) e
ppeak= 140 Pa (137 dB(C) riferito a 20 (micro)Pa);

c) valori inferiori di azione (VIA): rispettivamente LEX,8h= 80 dB(A) e
ppeak= 112 Pa (135 dB(C) riferito a 20 (micro)Pa).

Se, in seguito alla valutazione dei rischi, può fondatamente ritenersi che i valori inferiori di azione possono essere superati, allora il datore di lavoro effettua rilievi strumentali sui livelli di rumore cui i lavoratori sono esposti; i risultati devono esere riportati nel documento di valutazione dei rischi ai sensi del D.Lgs. 81/2008.

Nel caso in cui l’esposizione al rumore sia pari o al di sopra dei valori superiori di azione (VSA), il datore di lavora fa tutto il possibile per assicurare che vengano indossati i dispositivi di protezione individuale dell’udito.

Comunque, poiché gli studi specifici hanno dimostrato che la sordità professionale può insorgere anche nel caso di livelli sonori quotidiani superiori a 85 dBA, i lavoratori dovranno utilizzare gli otoprotettori durante tutte le operazioni particolarmente rumorose (vedi elenco riportato di fianco).

Ogni tipo di otoprotettore ha vantaggi e svantaggi: ad esempio le cuffie, generalmente più accettate nei primi tempi di un programma di protezione dall’handicap uditivo, non sono confortevoli in ambiente caldo, sono relativamente ingombranti da portare e da tenere in ambienti ristretti; inoltre tali protezioni creano problemi se si portano altre protezioni, quali occhiali, caschi, scudi protettivi che possono causare mal di testa a causa della pressione.

D’altra parte anche gli inserti hanno taluni svantaggi, quali ad esempio l’attenuazione del rumore meno stabile nel tempo, a causa dei movimenti della mandibola, la possibilità di creare irritazioni nel condotto uditivo esterno, di spingere in profondità il cerume, il difficile controllo dell’effettivo impiego e infine la possibilità che presentino problemi di adattamento. Il mezzo di protezione allora dovrà essere scelto sulla base dei seguenti requisiti:

(capacità del mezzo protettivo di ridurre il rumore a certi livelli, specie alle frequenze maggiormente interessate dal danno da rumore) e dei parametri di seguito descritti.

in linea di principio, si dovrebbe optare per gli inserti auricolari nel caso di esposizione al rumore durante l’intero giorno lavorativo, mentre le cuffie possono risultare più pratiche per l’esposizione discontinua.

se la scelta cade sugli inserti, occorre che questi si adattino perfettamente, ma in modo confortevole, al condotto uditivo. Con gli inserti usa e getta, molto flessibili, non ci sono difficoltà; mentre per gli inserti riutilizzabili occorre più di una taglia. Anche le cuffie devono essere adattabili a varie misure e conformazioni mediante archetti di appoggio elastici e resistenti e coppe auricolari con attacchi flessibili. Le cuffie da elmetto richiedono un dispositivo per regolare la pressione ad un livello ottimale, indipendentemente dalle dimensioni del corpo o dell’elmetto.

per gli inserti auricolari usa e getta è fondamentale il rifornimento costante ed agevole, accessibile anche ai visitatori occasionali o a personale proveniente da zone non rumorose. Gli inserti sono disponibili sia in bustine tascabili che in confezioni da inserire in distributori ben visibili e di facile installazione in qualsiasi ambiente rumoroso.

è un aspetto della massima importanza. Per essere pienamente efficace, il mezzo antirumore deve essere portato per tutta la durate dell’esposizione al rumore: sono il comfort del mezzo protettivo e il gradimento dell’utilizzatore a rendere attuabile questa esigenza. La continuità dell’uso è una condizione essenziale della protezione e lo è a tal punto che una protezione confortevole, tenuta ininterrottamente, è preferibile ad un mezzo teoricamente più efficace, che tuttavia si sia tentati di rimuovere perché infastidisce.

Alcuni rumori
Intensità dBA
130 Soglia del dolore
115-120 Martelli pneumatici
100-110 Clacson di auto
80-90 Officina meccanica
70-80 Conversazione
50-60 Ufficio
30-40 Biblioteca
10-20 Sala registrazione
5 Soglia di udibilità
Esempi di lavori rumorosi in cui è obbligatorio usare protezioni dell’udito:
operazioni di battitura (con martelli, magli, su lamiere, profilati di metallo, o su altri materiali).
operazioni di smerigliatura con mole abrasive manuali elettriche o pneumatiche;
operazioni con attrezzi pneumatici come scalpelli, martelli, avvitatrici di bulloni, ecc.;
operazioni di pulitura con impiego dell’aria compressa;
lavorazione con macchine operatrici;
manovra di macchine operatrici semoventi particolarmente rumorose;

Ai sensi del D.Lgs. 81 del 9 aprile 2008 ogni datore di lavoro deve effettuare nei propri ambienti di lavoro la valutazione del rischio dovuto al rumore prodotto dalle lavorazioni. sprinkler a umido.

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